CN 1373, 2722 119/1 080 333. Altitudine 485 msm.
Data dello scavo: 18.8.-14.10.2020.
Sito nuovo, non inserito a PR come Perimetro di interesse archeologico.
Bibliografia: Cardani Vergani, R. (2021) Ricerche archeologiche in Cantone Ticino nel 2020. Bollettino AAT 33, 29
Scavo di salvataggio non programmato (edificazione nuova casa unifamiliare). Superficie complessiva dello scavo 15 mq

Sepolture.
La sensibilità e l'attenzione di proprietari e progettisti hanno reso possibile l'intervento in un sedime che nel Piano regolatore comunale non era inserito in un Perimetro di interesse archeologico. Rendendosi conto di aver intercettato una sepoltura, i responsabili hanno prontamente avvisato il Servizio archeologico cantonale, in ottemperanza alle disposizioni di legge che obbligano ad annunciare alle autorità l'avvenuto ritrovamento. Il terreno in questione si trova in una zona di terrazzamenti, in parte vignati, caratterizzanti il paesaggio che sale verso il nucleo storico di Obino e, più in alto, verso la chiesa di Sant'Antonino.

La ricerca archeologica ha permesso di individuare due strutture tombali, riutilizzate per la deposizione di diversi individui. Le sepolture sono orientate est-ovest, le strutture sono del tipo a muretto, con pietre legate con malta e chiuse da lastre litiche di grandi dimensioni, recanti tracce di malta, utilizzata per sigillare la sepoltura dopo la riapertura (fig. 58). La tomba 1 conservava i resti di un individuo in connessione anatomica, testa a ovest, decubito dorsale, braccia stese lungo i fianchi, piedi girati verso sud; al lato est della struttura, sotto ai suoi piedi, si trovava una riduzione in fossa con i resti scheletrici di un individuo per il quale in origine era stata costruita la sepoltura. Nella tomba 2, invece, sono presenti due individui in connessione, con testa a ovest, decubito dorsale, braccia stese lungo i fianchi, deposti uno parzialmente sopra l'altro, in quanto la struttura è troppo stretta per ospitare due corpi. Sul lato est, sopra i resti degli arti inferiori, sono presenti resti scheletrici di una riduzione di quella che doveva essere, anche in questo caso, la sepoltura originaria. All'interno delle sepolture sono stati notati resti di calce bianca sparsa sui resti scheletrici; si tratta di un'usanza che serviva a sanificare l'ambiente dopo la riapertura della tomba e potrebbe indicare anche che la morte degli individui più recenti sia stata causata da qualche malattia infettiva.

Materiale: antropologico.
Datazione: archeologica.
Scavo: UBC, Luisa Mosetti.
UBC TI, R. Cardani Vergani, L. Mosetti.