CN 1373, 2721 910/1 078 770. Altitudine 307 msm. Data dello scavo: 24.10.-14.11.2023.

Sito noto, inserito a PR come Perimetro di interesse archeologico. Bibliografia: Donati, P. A. (1980) Monumenti Ticinesi. Indagini archeologiche, 18-22. Bellinzona; Sennbauser, H. R. (2003) Frühe Kirchen im östlichen Alpengebiet. Von der Spätantike bis in ottonische Zeit. Vol. 1, 49-50. Monaco.

Scavo di salvataggio programmato (ristrutturazione edificio di culto). Superficie complessiva dello scavo 6 mq. Luogo di culto e sepoltura.

Citata una prima volta nel 789, la chiesa dedicata a San Vittore Martire - la cui fondazione si ipotizza al VII secolo - è stata ricostruita in epoca romanica, periodo di cui sopravvive l'abside serrata da lesene e decorata da un'archeggiatura in cotto con peducci lapidei.

L'area esterna la chiesa è stata indagata archeologicamente una prima volta nel 1971, quando vennero riportate alla luce le vesti già dell'abside meridionale dell'antico battistero. Grazie al nuovo intervento di restauro in corso, si è potuta ora indagare l'area di collegamento fra la chiesa di San Vittore Martire e l'oratorio delle Grazie, edificio annesso che ingloba quanto rimane dell'antico battistero. Nello spazio esiguo sottostante il campanile, si è letta la presenza di un settore dell'abside nord del battistero romanico e una sepoltura caratterizzata da un pavimento in cocciopesto e da pareti intonacate. La tomba di forma rettangolare, misura 170 x 60 cm per una profondità di 55-60 cm. All'interno della sepoltura sono stati rinvenuti due scheletri in connessione anatomica, deposti affiancati.

Il ritrovamento di un settore della seconda abside conferma l'ipotesi ricostruttiva di un battistero a pianta trilobata, proposta nel 2003 da H. R. Sennhauser nei suoi volumi dedicati allo studio delle antiche chiese dell'arco alpino.

Reperti: materiale osteologico, moneta in lega, ceramica, pietra ollare, vetro, ferro.
Prelievi: campioni di intonaco, malta, cocciopesto, carbone.
Scavo: UBC, L. Mosetti e M. Pellegrini.

UBC TI, R. Cardani Vergani e L. Mosetti.