CN 1312, 2705 025/1 114 335. Altitudine 215 msm

Data dello scavo: 17.10.2023 - in corso.

Sito noto, inserito a PR come Perimetro di interesse archeologico. Bibliografia: Janke, R. (2007) Il vicus romano di Muralto: nuovo progetto di ricerca. Bollettino AAT 19, 4-9.

Scavo di salvataggio programmato (ristrutturazione e ampliamento albergo). Superficie complessiva dello scavo 850 mq. Luogo di sepoltura e insediamento.

Dal punto di vista archeologico l'area del Grand Hotel Locarno di Muralto è nota dalla seconda metà dell'Ottocento. Durante la costruzione del celebre albergo, la figura eclettica di Emilio Balli riportò alla luce 40 tombe a inumazione da riferire -grazie ai ricchi corredi- al periodo compreso fra la fine del I sec. a. C. e la prima metà del I sec. d. C.

Nell'ambito degli attuali lavori di ristrutturazione dell'imponente edificio si stanno pertanto seguendo tutte le fasi di intervento, partendo da quella che permetterà la creazione di un nuovo posteggio sotterraneo situato tra la facciata posteriore dell'edificio e la via Sempione. Nelle prime settimane di indagini sono state riportate alla luce 11 sepolture: in parte di epoca romana e in parte da riferire al medioevo, tutte con orientamento NE-SO.

Le tombe di epoca romana hanno una struttura a recinto di pietre, e contengono il corredo funerario (fig. 44), le strutture medievali, invece, sono del tipo «a barchetta» con pareti realizzate a muretto molto ben costruito e chiusura con lastre litiche. Il corredo qui è assente ma sono stati recuperati resti ossei, in particolare del cranio, che indicano la disposizione del defunto con testa ad ovest.

Solo in pochi casi le sepolture romane sono completamente intatte, alcune strutture sono evidentemente state riutilizzate successivamente, sconvolgendo il corredo presente, altre strutture sono state danneggiate dall'inserimento delle sepolture successive, inoltre si è potuto anche documentare la presenza di sepolture già sconvolte ab antiquo.

All'epoca romana sono pure attribuibili tre fosse carboniose, che in modo preliminare sono interpretate come fosse rituali. Intersezioni di muri dalla diversa tipologia lasciano inoltre supporre la presenza di strutture da riferire a terrazzamenti o a misure di contenimento idrico legato alla vicinanza con il torrente Ramogna.

Reperti: ceramica, pietra ollare, ferro, bronzo, argento.

Prelievi: campioni di sedimento, carboncini per datazione C14.

Datazione: archeologica. Età romana; Medioevo.

Scavo: UBC, L. Mosetti e M. Pellegrini. UBC TI, R. Cardani Vergani e L. Mosetti.