CN 1253, 714 100/146 090. Altitudine 869 m.
Tempi di ricerca: maggio 1999 (zona presbiteriale); ottobre-novembre 2000 (navata)
Intervento programmato (restauro della chiesa con rimozione del pavimento). Superficie dell'area visionata ca. 300 m².
Edificio di culto.
Fase preromanica(?): Alcuni elementi fanno ipotizzare la presenza di una costruzione preromanica completamente distrutta dalle fasi successive. Uno degli elementi a favore di questa tesi è da vedere nell'antico campanile, documentato fotograficamente prima del 1925, anno della sua demolizione. Virgilio Gilardoni ne Il Romanico menziona il campanile e lo definisce come il secondo di tutta la valle, per antichità di attestazione. Allo stato attuale delle conoscenze si ipotizza che il primitivo campanile dovesse esistere prima della chiesa ad una navata con abside semicircolare, da riferire all'epoca romanica. Quest'ultima infatti sembra appoggiarsi alla muratura del campanile.
Se il completamento della ricerca archeologica - previsto per l'anno prossimo - confermerà l'ipotesi, ci troveremmo in presenza di un antico campanile riferito ad una costruzione preromanica, oggi non più identificabile. Verrebbe così convalidata ancora una volta l'evoluzione già riscontrata in altri edifici di culto del Cantone: chiesa paleocristiana - torre campanaria (contemporanea o immediatamente successiva il primo edificio di culto) - chiesa romanica, inglobante la torre campanaria.
L'area cimiteriale, posta a meridione dell'edificio di culto (fig. 38), ha evidenziato nello strato inferiore dieci sepolture caratterizzate da un orientamento spostato verso nord-est di circa 20° rispetto alle tombe superiori. Queste sono costruite in modo regolare con grandi piode e ordinate nel terreno in modo da ipotizzare un'area cimiteriale limitata nel tempo. Riferendoci alle tombe più antiche non escludiamo di essere in presenza di un'area cimiteriale altomedievale legata ad una costruzione completamente distrutta. Purtroppo non sono emersi reperti che permettano una datazione certa di queste sepolture. L'area cimiteriale successiva vede un innalzamento della quota con un utilizzo prolungato nel tempo, di circa 700 anni. Il defunto è inumato con la testa a ovest (sguardo rivolto a est) con le braccia lungo i fianchi.
Fase 1: La costruzione più antica individuata durante la ricerca archeologica poggia direttamente sulla roccia. I pochi resti giunti fino a noi e la descrizione fatta dal cardinale Federico Borromeo nella Visita Pastorale del 1608 permettono di ricostruire graficamente una costruzione di notevoli dimensioni. Citata per la prima volta nel 1204, si trattava di una sala rettangolare di m 10.00 × 5.20, corrispondente quindi a un doppio quadrato, conclusa a est da un coro semicircolare del diametro di circa m 5.00, di cui si conservano tracce nel settore settentrionale. I muri perimetrali dello spessore di cm 60-65, a nord sono quasi completamente distrutti dalle varie fasi successive, mentre a sud si conservano parzialmente quelli del settore occidentale. Un pavimento in piode e la roccia definivano la quota di camminamento all'interno della chiesa. L'orientamento est-ovest dell'edificio segue l'andamento della venatura della roccia e si trova al limite del pianoro formato da quest'ultima. Il pianoro è naturale; in alcune zone - dove la roccia troppo alta è stata livellata - sono ancora visibili i segni della lavorazione alla punta. La quota di camminamento presenta una contropendenza verso est di cm 15-20. Interessante la posizione del muro di facciata con un'angolazione leggermente diversa rispetto ai muri laterali, che rispetta il limite ovest della roccia. All'esterno della chiesa si trova l'area cimiteriale: a meridione troviamo sepolture di adulti mentre in facciata troviamo sepolture di neonati e bambini. Alcune monete e oggetti appartenenti al defunto, rinvenuti nella terra di cimitero, permettono di collocare le prime sepolture attorno all'inizio del XII secolo.
Fase 2: Davanti alla facciata della chiesa romanica sono stati riportati alla luce i resti murari di un portico. Questo ha potuto essere identificato grazie alle fondamenta del muro sud, eseguito con grandi sassi naturali legati con malta di calce. La dimensione del portico è da inscrivere in un rettangolo la cui facciata doveva trovarsi sul sedime di quella della chiesa attuale. A conferma della presenza di un portico troviamo un'area particolareggiata, con sepolture di neonati e bambini inumati parallelamente alla facciata della chiesa.
Fase 3: Questa fase - in base ai ritrovamenti monetali da riferire alla metà del '400 - è caratterizzata dal raddoppio della navata, che viene conclusa da un secondo coro semicircolare. La parete meridionale della chiesa romanica viene così distrutta e sostituita da un pilastro sostenente un probabile soffitto ligneo. I nuovi muri costruiti a meridione e a occidente, all'interno della primitiva area cimiteriale, posano su una fondazione di notevoli dimensioni sia in larghezza che in profondità. Lo spazio utile per il culto viene così raddoppiato, in modo da dare vita ad una struttura a doppia navata dalle dimensioni di circa m 10.00 × 9.20. Del pavimento non troviamo nessuna traccia. Si può proporre sulla base delle Visite Pastorali e dei resti individuati nella ripiena della fase successiva, un piano di camminamento formato da un pavimento cementizio dello spessore di circa cm 10-15. A meridione e a occidente persiste l'area cimiteriale con sepolture inumate in tombe delimitate da piode posate a coltello.
Questa chiesa - affrescata all'inizio del Cinquecento da Antonio da Tradate o dalla sua bottega - non viene modificata prima della metà del Seicento, come attestano le Visite Pastorali: Nel 1682 viene descritta una chiesa con soffitto piano, coro poligonale voltato e due cappelle, dedicate rispettivamente alla Madonna e a San Carlo. Nel materiale di distruzione utilizzato nella fase secentesca per livellare la quota del pendio all'altezza della roccia, si sono trovati resti della muratura della struttura precedente e una grande quantità di frammenti relativi agli affreschi cinquecenteschi.
La chiesa tuttora esistente - totalmente ricostruita negli anni 1778-1784 da Giuseppe Lepori di Sala Capriasca secondo il progetto dell'architetto Tommaso Colonetti da Morbio Inferiore - è sorta sui resti della chiesa secentesca e ha rispettato il campanile romanico, poi demolito nel 1925, per fare posto all'attuale.
Responsabile del cantiere: D. Calderara con la collaborazione di F. Ambrosini e R. Simona
Datazione: archeologica
Leontica TI, chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
Consulter le PDF original
Détail de la chronique
Commune
Acquarossa (Ancienne commune: Leontica)
Canton
TI
Lieu-dit
chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista
Coordonnées
E 2714100, N 1146090
Altitude
869 m
Numéro de site cantonal
--
Numéro d'intervention cantonal
--
Nouveau site
--
Prélèvements
--
Analyses
--
Institution
--
Date de la découverte
--
Surface (m2)
300 m2
Date de début
--
Date de fin
--
Méthode de datation
archéologique
Auteur.e
--
Année de publication
2001
Époques
Moyen Âge
Type de site
cultuel/religieux (édifice réligieux)
Type d'intervention
--
Mobilier archéologique
--
Os
--
Matériel botanique
--
×